Caos Globale

Ho voluto che la storia fosse ritrovata esattamente come la raccontai, e la vissi. Così chi vuole, e sarà in grado di farlo, potrà trovare anche gli errori di interpretazione che commisi (pochissimi, mi sembra di poter dire), insieme alle previsioni che allora mi parve necessario avanzare uscendo dal terreno della cronaca e avventurandomi in quello della prognosi. L’unico cambiamento è stato quello di sottolineare certi passaggi in forma evidenziata. Sono di regola i punti del libro in cui esprimo le tesi che, allora, furono esplicitamente contro il mainstream, occidentale soprattutto, ma anche di quello russo dell’epoca. Si trattò di un pamphlet. Ma non soltanto. La motivazione fu quella, indignata, stupita, di un osservatore esterno, ma partecipe degli eventi cui stava assistendo. Che vedeva dipanarsi la matassa di una tragedia prevedibile, che si sarebbe potuta evitare con un po’ di saggezza, le cui ripercussioni non potevano che essere mondiali. Leggevo le trasparenti illusioni e le menzogne di coloro che la preparavano, le viltà e le stupidità di cui erano intessute. Ed esaminavo come “dall’esterno” venivano accompagnate, suggerite, imposte le varianti che sarebbero state vantaggiose per “l’esterno”, in modo che “l’esterno”, non i russi, potesse raccogliere indisturbato i frutti della rapina che pregustava. Un lavoro troppo “appassionato” per poter essere definito opera di storia; lontano dalla freddezza di un osservatore imparziale. Tuttavia,Se non ci fosse stato Russia addio, sarebbe ora difficile, se non impossibile, ricostruire nei dettagli ciò che avvenne.